Quando mi dedico a un progetto impegnativo, e poi quel progetto parte per la sua destinazione, mi sento svuotata, come se con esso fosse andato via ogni grammo di energia disponibile. Mi sono sentita spesso così, ultimamente. Sono davvero contenta dell’accoglienza che le mie riflessioni sulle newsletter hanno ricevuto e spero che se ne possa riparlare ancora, ma in questa Controra avevo bisogno di far rifiorire un po’ di quelle energie con una uscita più snella e dedicata a un po’ di cose belle sbocciate ultimamente nella mia raccolta infinita di appunti e spunti. Stavo per dire “niente di complicato”, ma in fondo non è mai così, anche le cose più semplici generano catene lunghissime di pensieri...
E quindi buona domenica a te, fai partire il sottofondo musicale (con sfondo grafico perfettamente in palette con Controra), e cominciamo:
Controra solitamente è lunga e piena di cose. Puoi leggerla dalla app di Substack, è molto comoda.
Parliamone (di glicini, “giocando in casa” con un ospite)
Hai notato che ultimamente nell’universo parallelo dei social sono tutti in oriente? Su Instagram è in corso una vera e propria invasione di contenuti a tema, tra templi, prodotti per la skincare, cibo e meravigliosi giardini. Non c’è bisogno di andare così lontano, però, per ammirare qualcosa di bello.
Questo è il meraviglioso glicine centenario che abbraccia i muri di Palazzo Tartara, sede del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università del Piemonte Orientale, dove lavoro da molti anni.
A proposito. Avviso alla comunità UPO che legge: avete un idea, un progetto, una notizia o una storia che vorreste condividere in Controra? Scrivetemi!
Ho invitato a parlarci di quest’albero favoloso Paolo Pomati, Responsabile della Comunicazione del nostro Ateneo, giornalista, collega, amico nonché pozzo senza fondo di conoscenza di moltissime cose, tra le quali il territorio vercellese, in cui il glicine spicca per storia e bellezza. Fuori dall’ufficio, Paolo lo trovi qui e qui.
Ciao Paolo, benvenuto in Controra, sono molto felice che tu sia qui. Raccontaci qualcosa del glicine.
Questi glicini – perché sono tre! – sono nel cuore dei Vercellesi. Dal mio balcone di casa, con vista sul retro di Palazzo Tartara, assisto ogni anno a una magia: tra la fine di marzo e l’inizio di aprile esplodono in una cascata di colore lilla, inondando l’elegante muro ocra. Ricordo, agli albori della mia carriera universitaria, il mio ufficio all'ultimo piano del Palazzo. Il loro profumo avvolgente, ricercato, al contempo sontuoso e leggero, segnava l’atteso ritorno della primavera. Un’emozione quasi petrarchesca.
Da lontano sembrano giganteschi, e anche da vicino i fusti sono enormi.
La felice esposizione e l’habitat ideale hanno permesso a questi glicini di svilupparsi rigogliosamente in altezza e circonferenza. Si ergono per circa 18 metri, con tronchi che misurano tra i 3,5 e i 4 metri di circonferenza, rilevata a 130 centimetri dal suolo. Davvero colossali!
Mi sembra che abbiano anche più di cent’anni.
Palazzo Tartara, parte dell’antico Ospedale Maggiore, fu costruito nel 1867-68 e l’ultima manica nel 1892. La piantumazione dei glicini risale con ogni probabilità a questo periodo, per cui dovrebbero avere tra 133 e 157 anni. Se osserviamo la loro disposizione, si potrebbe ipotizzare che le piante fossero addirittura quattro. Quella mancante potrebbe essere stata sacrificata per far spazio all’Ospedaletto, l’edificio più recente, che si innesta nel porticato proprio tra due fusti.
Godono di buona salute?
Considerando la loro veneranda età, la loro condizione è più che soddisfacente. I tronchi, pur puntellati e con qualche segno di carie, non mostrano una stabilità compromessa. Con le giuste cure e condizioni ambientali favorevoli, potranno vivere ancora a lungo.
Che tipo di glicini sono i nostri?
Appartengono alla specie Wisteria sinensis. Il nome Wisteria è un omaggio all'anatomista americano Caspar Wistar (1761-1818), a cui il botanico inglese Thomas Nuttall dedicò la pianta. L’aggettivo sinensis ne rivela le origini cinesi. Il Corpo Forestale dello Stato ha incluso questi glicini nel censimento degli alberi monumentali italiani, riconoscendone il loro eccezionale valore tra i 150 esemplari più notevoli.
Ci sono aneddoti o curiosità particolari legati ai nostri glicini?
Non ho conoscenza di citazioni specifiche. Tuttavia, una suggestiva leggenda piemontese narra di una pastorella di nome Glicina, disperata per il suo aspetto. Un giorno, le sue lacrime caddero a terra e diedero vita a una meravigliosa pianta profumata, che prese il suo nome. Una curiosità più “terrena”: quando i fiori cadono, non è raro vedere persone raccoglierli en catimini per poi friggerli o utilizzarli nella preparazione di dolci e tisane. Facciano però attenzione ai semi! Sono ricchi di saponina velenosa!
Qualche testo per chi volesse approfondire?
Consiglio il prezioso libriccino I glicini di Palazzo Tartara di Claudio Cagnoni, giornalista e attuale “Bicciolano”, maschera della nostra città, pubblicato da Gallo nel 2007. E se vi recate ad ammirarli, portate con voi il testo della stupenda poesia di Pier Paolo Pasolini, intitolata, appunto, Il glicine.
Io ringrazio Paolo di cuore, non solo per avermi permesso di raccontare la storia dei nostri glicini, ma anche per avermi ricordato la poesia di Pasolini, sepolta nei meandri dei miei ricordi universitari e modernissima nei suoi riferimenti civili e sociali alle questioni ambientali. E’ stata l’occasione perfetta di invito alla rigenerazione, proprio quello che mi serviva (ulteriore conferma che le cose ti trovano, come ho scritto nell’ultima newsletter). Com’è tradizione in Controra, da cosa nasce cosa e da link nasce link: ho trovato questa notizia recentissima sul glicine di Pasolini, se mi leggi da Roma puoi andare ad ammirarlo nel quartiere Monteverde.
Qui invece è dove ti ricordo che puoi chiudere Controra e riprenderla in un altro momento. E’ a lunga conservazione, non scade.
Cose da cliccare, guardare, gustare, salvare
📚 Letture
Se cerchi un libro breve, ma capace di rigenerare la mente affaticata dal cambio di stagione, dall’eccesso di voci giudicanti e da troppe letture spacciate per capolavori, leggi lei.
Poche autrici sono così capaci di mostrare senza definire, fulminare senza spiegare, illuminare la natura multiforme dell’essere umano quando ogni aggettivo non è sufficiente. La storia di Jacob, ricoverato in una clinica psichiatrica convinto di essere Céline Dion, è stata una delle letture più soddisfacenti degli scorsi mesi.
📺 Schermi
Per rifiorire e rigenerarsi, cosa c’è di meglio di una fiaba?
Su Netflix ho divorato Sweet Tooth, una serie fantasy superbamente narrata in italiano da Gino La Monica1. Tratta dalla saga a fumetti di Jeff Lemire, racconta la storia di un mondo ridotto in macerie da una pandemia, causata non dai pipistrelli ma dalla superbia dell’uomo; e di un nuovo genere di bambini ibridi che in questo mondo governato dalla paura e dalla violenza devono vivere nascosti, cacciati perché diversi e considerati la causa del disastro che ha sconvolto il pianeta. Come nelle fiabe, la storia del piccolo Gus è narrata da una prospettiva innocente e aperta alla meraviglia, e i toni cupi, pur presenti, sono sfumati sullo sfondo di un viaggio dell’eroe che cerca le sue origini. E’ una di quelle serie di cui senti la mancanza2, capace di riconnetterti al tuo bambino interiore (come nei film di Spielberg e nei racconti di King) e allo spirito della Natura, quella con la N maiuscola.
Intervallo bellezza: Monica e Gigi nel 1971. Che dire, amiche e amici.
🎙 Podcast
(la risposta a QUESTA domanda è: io!)
Sempre in tema con l’argomento di questo mese, mi fa piacere farti conoscere Sottovaso, un podcast che attraverso la bellissima voce della sua autrice, Vanessa Battista, può fornirti tante ispirazioni sotto forma di semi da piantare (semi, altra parola che ricorre spesso nel mio vocabolario…).
🖋 Newsletter
, è un’altra di quelle newsletter di cui invidio molto l’idea di fondo (come ho raccontato nella Diretta con Angela Cannavò a proposito della sua); parte da una idea semplice ma stupefacente nelle sue implicazioni: mostrarti quante storie possono fiorire da un lancio di dadi, da tre parole che possono diventare tre occasioni per raccontare, riflettere, condividere. E’ un modo di esercitarsi alla creatività in cui mi ritrovo moltissimo, perché è simile a quello che faccio io trasformando in “commento” a un pensiero quello che pesco in giro.🔗 E siamo ai link:
evergreen che non hanno bisogno di rifiorire: una nuova, stupefacente resurrezione digitale del Titanic (il doc di National Geographic dovrebbe arrivare a breve su Disney +)
hai trovato un quadrifoglio? Qui qualche riflessione sul concetto di “fortuna”
un altro albero tutto rosa
nuove nascite: un commovente cucciolo di cervo italico, la cui comparsa è importantissima per la complessa tutela della biodiversità
lo Shima Enaga, leggero con un soffione (e già che ci siamo: la conosci la leggenda?)
scene da cui sboccia meraviglia ogni singola volta che le vedi: l’entrata di Grace Kelly ne “La finestra sul cortile”; e qui qualcosa sul Paris Dress, l’abito Dior con gonna a corolla (piangiamo insieme, amiche, per quegli strati di favoloso chiffon)
altre gonne a corolla
sfumature:
Infine, il consueto screenshot finale:
Sempre tornando a quello di cui parliamo spesso, e cioè usare le nostre newsletter per fare cose FUORI, domenica prossima mi lancerò in questo esperimento, chissà che non ne venga fuori qualcosa di interessante (al netto del mio essere abbastanza terrorizzata, che lo spirito di Carrie mi protegga!). Ti farò sapere…
Ti ringrazio del tuo tempo, noi ci rileggiamo nella prossima Stanza degli ospiti; parleremo di oggetti che non sono solo oggetti. Stammi bene, 🌸
La citazione nel titolo è l’incipit della poesia 1058 di Emily Dickinson.
I perché e i percome di Controra li trovi qui.
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E se vuoi scrivermi io rispondo sempre, con tanta contentezza.
Le illustrazioni che rendono Controra molto bella sono di ✏
idea di business per il CEO di Substack: invece di quelle orride voci impersonali che leggono le nostre newsletter, cacciate due soldi, assoldate persone come il sig. La Monica e estraetene a sorte tre a cui donare la sua voce, successone assicurato.
A pochissime ore dal tuo debutto live, segno tutto quello che di bello hai trovato, perché solo la bellezza, come diceva qualcuno, ci salverà. Insieme alla nostra indispensabile autoironia! Daje 🩵
che bello allenarsi a trovare il bello intorno a sè.