CONTRORA #25
Il Cattivo che ci meriteremmo.
Controra è molto lunga e molto piena di cose. Ti consiglio di leggerla dalla app di Substack, è più comodo e più bello!
Ciao, rieccoci insieme in una domenica di febbraio di un 2025 che si preannuncia sempre più assurdo. Tiro le somme di questi primi cinquemilaseicento giorni e penso che mai come adesso sia saggio tenere i nervi saldi e controllare la prospettiva da cui osserviamo e valutiamo i fatti. Se hai letto gli speciali di settembre, sai già che secondo me ognuno di noi ha un superpotere con cui combatte i fatti della vita; se dovessi immaginarne uno universale da utilizzare oggi, sarebbe la capacità di bloccare, con molta forza, i rumori di fondo che ci distraggono dalla consapevolezza di cosa sia importante, meritevole della nostra attenzione, pericoloso o benefico, utile o inutile, benedetto o velenoso: separare il grano dall’oglio nell’immenso campo degli accadimenti e tenere la barra dritta.
Link che non ti ho messo ma che ti segnalo, perché Controra ha tanti strati nascosti e tanti sotto testi e voglio che tu lo sappia (lo saprai ancora meglio tra qualche mese):
articolo del NYT sugli ordini esecutivi di Trump
thread su X in legalese sui mille risvolti dell’affare Almasri/Meloni
articolo su Internazionale sulla tregua a Gaza
polemiche agghiaccianti sul rilascio degli ostaggi israeliani
approfondimenti su incendi, uragani e compagnia bella
Accomodati ora, voglio condividere con te un mio pensiero cialtrone di questi giorni (in effetti forse dovrei cambiare nome alla prossima rubrica, essendo la cialtronaggine un po’ la cifra emotiva di questa newsletter, che dice cose anche serie ma senza prendersi troppo sul serio; e poi la cosa delle chiacchiere è anche troppo inflazionata, non credi?). Dopo ce ne andiamo in un posto un po’ simile a questo, dove tirare il fiato:
Quattro chiacchiere Il pensiero cialtrone (sul Cattivo che vorrei)
A giudicare da quello che si vede in giro, abbiamo avuto quasi tutti cattivi genitori da incolpare per le decisioni sbagliate che prendiamo. Abbiamo chi? L’amica con marito abusante, l'amico con amante vessatrice che lo mette sotto ai piedi, la collega mobbizzata che non si ribella, io che dico sempre di sì.
Sarà anche per questo retaggio familiare, e per l’impazzimento generale che ci circonda, che continuiamo a fare pessime scelte anche in chi ci deve governare; Nini Sarratore all'ennesima potenza, ma con la terza media e lo spessore dei troll sui social.
Due punti di vista su questo, scritti ovviamente molto meglio. Uno:
“Siamo entrati in una fase della storia in cui le regole sono saltate e i popoli decidono di affidarsi a uomini che si sentono – e di fatto sono – al di sopra della legge. Tecno-feudatari senza scrupoli, rapidi ed efficaci, che sentendo la debolezza della democrazia la sostituiscono con un dominio virile, capace di scelte immediate che da sempre affascinano la destra.” Andrea Malaguti, La Stampa, 15/01/2025
E due (se qualcuno lo conosce, può dire a Pomella che vorrei tanto invitarlo a parlare di un argomento a piacere? Grazie.)
In queste settimane di puro cinematografo, continuavo a ripetermi che se proprio il mondo deve andare in malora, io spererei di perire per mano di cattivi di un certo spessore, e non di questa accozzaglia di sfigati, tossici, wannabe machi (SIGNORE PIETÀ), sociopatici grotteschi. Dateci un cattivo di livello. Se di fronte alle minacce si risponde con i toni da struzzo dell'Europa - che fa la bella addormentata in attesa che qualcuno che la salvi - o con quelli tipo "non mi risulta che succederà anche qui" dei sovranisti nostrani (pensa se non lo erano), e se quindi tocca tenerci dittatori con corte di broligarchi e uno stuolo di bionde tutte uguali (sguardo fisso e un metro di ciglia finte), io vorrei che fossero invece come quelli che guardi e temi, e però ammiri anche un po'.
Voglio dire che se la storia ci sta sprofondando in un buco nero, gradirei che ciò avvenisse per mano di qualcuno meritevole almeno di un certo rispetto. Breve elenco, assolutamente non esaustivo, dei miei desiderata, gente che ti fa fare una brutta fine ma in modo ammirevole: il Joker di Jack Nicholson, Philip Seymour Hoffman in Mission impossibile III, Thanos della Marvel , la Annie Wilkes di Kathy Bates in Misery non deve morire e, ovviamente, il Presidente Frank Underwood di House of cards, del quale mi piace ricordare questa perla:
“È un grande spreco di talento. Preferisce i soldi al potere. In questa città è un errore che commettono in molti. I soldi sono come ville di lusso che iniziano a cadere a pezzi dopo pochi anni; il potere è la solida costruzione in pietra che dura per secoli. Non riesco a rispettare chi non vede questa differenza.” House of cards, S. 1, ep. 2
Sono abbastanza certa che il buon Frank disprezzerebbe moltissimo la gang di sciroccati che si è appena insediata nelle sue stanza e che, poveri noi, dovrà occuparsi anche della fine che sta facendo il pianeta.
Tu starai obiettando che sono tutti personaggi di fantasia. Hai ragione; parliamo quindi di uno come Pisistrato, il senza ombra di dubbio tiranno ateniese che però fece (davvero) anche cose buone:
"Secondo quanto si tramanda, chi fu più colto di Pisistrato e l’eloquenza letteraria di chi fu meglio coltivata di quella di Pisistrato? Che si dice sia stato il primo ad aver sistemato, come li abbiamo oggi, i libri di Omero, prima disordinati? Egli, in effetti, non fu di giovamento ai propri cittadini, ma eccelse talmente per l'eloquenza che si distinse nella letteratura e nell'insegnamento." Cicerone, L'Oratore, III, 34,137
Se ti viene in mente qualcuno di più recente, fammelo sapere.
Dicevamo. Siamo passati velocissimi da cose teoriche o implausibili che si vedevano solo nei film di Emmerich, a: California bruciata, cartine geografiche ridisegnate e annessioni minacciate. "Basta con la Terra, ecco a voi Marte!", scrive Ferdinando Cotugno nella sua ultima newsletter, mentre noi siamo costretti a occuparci di cose ai confini della realtà (che nel secolo scorso avrebbero generato risatine di compatimento) come se fossero serie perché… LO SONO! E, per restare in questo giovane secolo, siamo passati dall’osservare con un brivido l'ennesimo uragano in posti sempre più vicini a casa nostra dicendo "sembra un film!", al leggere libri con il gelo nel sangue perché i protagonisti e gli scenari non più così distopici siamo proprio noi, in questo esatto momento, improvvisamente personaggi a nostra insaputa. Come se qualcuno, da qualche parte in un futuro vicino, stesse già scrivendo di noi e di come abbiamo mandato tutto in malora. Ma di questo ti parlo più avanti.
E i buoni, in tutto ciò? Dei buoni, superbi o ingenui, auto percepitisi o incoronati da noi, ombelicali o eroici, fallimentari o epici, che mi pare si stiano tutti fingendo abbastanza morti, parleremo magari un’altra volta. Mi limito a dirti che i buoni tanto non vincono, mi spiace darti questa notizia; con una sola, fulgida, eccezione: Jannik Sinner, molto ben raccontato in questa uscita di Mappe, una bella newsletter che ti consiglio qui, invece che nel solito spazio delle cose da cliccare.
A questo punto ti direi: consoliamoci buttandoci sul cibo, ti va un bel tagliere di formaggi e un bicchiere di vino? Ma, dato che la vita è faticosa, ci serve aiuto per non farci fregare. Ricordiamoci sempre che uno degli scopi di Controra è combattere la fuffa. Mettiti il cappotto e usciamo a fare due passi in compagnia.
Fuori dalla bolla 🚪
Anche oggi usciamo di casa e andiamo a passeggiare in un posto poco conosciuto per approfondire un tema che mi interessa, e che spero interessi anche a te.
Come sai se mi leggi da un po’, io sono di Roma ma vivo a Vigevano, profonda pianura padana e profondo nord, uno di quei posti che riassumono perfettamente tante brutture tipiche della provincia. Come il tedio di un luogo che avrebbe incredibili potenzialità ma dove regna una specie di stagnazione rassegnata. Per la gioia mia, e di chi come me è sempre alla ricerca di isole felici, ci sono però delle eccezioni, persone giovani e meno giovani che si impegnano in progetti bellissimi. Oggi ho invitato Matteo Bertelà, che gestisce da anni a Vigevano Metodo Froma, una enoformaggeria e bottega con mescita. Matteo, tra le altre cose, è stato nominato “Miglior enotecario d’Italia under 30” e il suo locale, insignito del titolo di “Boutique del gusto d’Italia 2025”, è stato inserito nella guida “Slow wine 2025” ed è punto di affiliazione della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti. Qui trovi il suo sito, se vuoi conoscerlo meglio. Ho voluto che fosse qui oggi perché apprezzare il tagliere di prima può sembrare semplice, ma in realtà non è così. L’esperienza enogastronomica che si vive da Metodo Froma è fatta anche dei racconti ispirati, precisi, ricchi e intriganti che Matteo accompagna al servizio e che, come tutti i racconti belli, richiede tanto studio e esperienza. E si sa quanto io ami le storie; i suoi racconti e il suo entusiasmo sono alcuni dei motivi per cui è qui oggi. L’altro è che ho voluto che ci raccontasse qualcosa del suo lavoro, anche per fornirci qualche strumento per distinguere i luoghi di qualità da certe improvvisazioni che imperversano anche in questo settore.
Ciao Matteo, e benvenuto in Controra. Raccontaci chi sei e cosa fai nella vita.
Ciao Stefania, ti ringrazio per l’invito, come ti ho scritto è la più bella intervista che mi abbiano mai fatto, complimenti a te e [complimenti cancellati, è più forte di me!]. Mi chiamo Matteo Bertelà, nato a Vigevano nel 1994. Fino ai 18 anni provo a studiare e a diventare un giocatore di pallacanestro, con risultati anche discreti finché poca fortuna e una testa un po’ particolare mandano tutto un po’ in parabola discendente.
Mi avvicino al mondo della gastronomia in maniera quasi obbligata, con lo zampino dei miei genitori e il più classico del se non hai voglia di studiare trovati un lavoro e vai a lavorare (a quei tempi ritenevo questa frase quasi una coltellata, invece poi ho scoperto quanto mi abbia letteralmente salvato la vita). Trovo lavoro come salumiere e formaggiaio e, a fianco di un caro amico di famiglia titolare di un camion-negozio, frequentiamo i mercati della zona del Pavese, Milanese e Novarese 7 giorni su 7. I primi periodi non sono stati facilissimi, mi alzavo prestissimo, alle 4.00/4.30, è capitato anche che facessi un clamoroso dritto tornato dalla discoteca, scendevo dalla macchina dei miei amici e salivo sul camion che mi aspettava sotto casa (non fatelo mai!), per terminare alle 14/15 del pomeriggio spaesato e… veramente stanco!
Poi però, col passare del tempo, questo lavoro inizia a incuriosirmi, e quindi faccio domande, chiedo consigli, inizio a studiare e apprendere. Dopo due anni, cerco nuovi stimoli, rimanendo sempre all’interno del settore e lavorando per alcuni supermercati, per altri salumieri ambulanti e, soprattutto (la svolta), affiancando alcuni veri maestri della ristorazione. Nel frattempo, frequento vigne, produttori di formaggi, salumi, oli, piccole aziende agricole e artigiani, complice la mia OSSESSIONE di scoprire prodotti fino a quel momento poco conosciuti.
Da qui, l’idea di unire tutto ciò che la mia esperienza lavorativa come formaggiaio e salumiere al mercato mi ha dato alla mia passione coltivata nel tempo per la ristorazione, provando a creare un vero e proprio format che potesse identificarmi ed essere quindi il più personale possibile. Propongo quindi a un imprenditore vigevanese il mio progetto, che concretizziamo appena dopo le chiusure per le Pandemia, aprendo un locale molto carino a Vigevano, nel quale ho fatto i primi passi a braccetto con la mia idea di ricerca, selezione e di servizio. Viaggi costanti conoscendo vignaioli, casari, storici norcini e piccoli produttori plasmano ancora di più la mia filosofia enogastronomica e, a marzo 2022, decido, insieme alla mia famiglia, di aprire Metodo Froma - La bottega con mescita, che oggi gestiamo a conduzione familiare con amore, tanti sacrifici e tanta fatica trattando SOLO E ESCLUSIVAMENTE la qualità e l’artigianalità enogastronomica italiana.
Raccontaci cosa fa un enogastronomo. Qual è la tua settimana tipo?
Più che “enogastronomo” mi piace definirmi “Il Formaggiaio a cui piace bere”😄Credo che la chiave di questa professione, almeno per come la vedo io, sia la ricerca: Viaggiare molto, appena si può, conoscere i produttori, la loro filosofia di produzione, le loro storie, che molto spesso ritroviamo nel loro vino, nel loro formaggio, nei loro prosciutti crudi…insomma quella che io chiamo Sincerità Enogastronomica: il prodotto buono, genuino, artigianale, che rispecchia a pieno il suo produttore, quasi con la stessa personalità e carattere, meriterà più di altri di essere condiviso e raccontato nel mio locale. La mia settimana tipo in verità è molto monotona, siamo aperti 6 giorni su 7, lavoriamo la vigilia e la mattina di Natale, a Pasqua, insomma praticamente sempre, ma trovo sempre il tempo da dedicare ai miei viaggi, alle mie ricerche, per portare al tavolo e sul banco sempre aria fresca, prodotti nuovi, e ricchi di gusto, storia e tradizione.
Cos’è questo “Metodo Froma”?
“Metodo Froma”, vuol dire tante cose, soprattutto però è il mio particolare e personale concetto di enogastronomia. La selezione dell’artigianalità, il rapporto umano e diretto con il produttore mixate perfettamente alla mia ossessione per la ricerca del prodotto che nessuno conosce o in pochi conoscono, il dover ogni volta sorprendere e stupire l’ospite con gusti, sapori e abbinamenti a lei/lui fino a quel momento sconosciuti. Alla fine, però, come dico sempre il segreto è non avere segreti, raccontare e condividere la più alta qualità e artigianalità enogastronomica possibile.
Come dicevo prima, alla tua tavola si gustano prodotti ottimi ma si ascoltano anche tante storie. Sono quelle dei produttori, della famiglie e dei luoghi che tu incontri alla ricerca dei prodotti migliori da offrire. Qual è il tuo rapporto con queste realtà?
Domanda meravigliosa! Il rapporto con i produttori e le loro realtà posso dire che sono davvero una delle cose più belle del mio lavoro. Con tanti di loro si è instaurato proprio un rapporto fraterno, basti pensare a Marco Vercesi, insieme a Simona e i loro figli, uno dei miei mentori, un secondo papà per me, un produttore fantastico ma ancor prima una persona stupenda, come tutta la famiglia Vercesi. Ormai sono al quarto anno di vendemmia nelle loro terre e dal 2026 usciranno alcune nostre etichette, ma non spoilero nulla! Ecco, per me loro sono davvero una seconda famiglia, e non solo un’azienda vinicola da cui acquisto il vino per mio locale.
Un altro esempio sono sicuramente la Famiglia Cossi, Tenuta Ca’ Champagne, a Urbino, nelle Marche: ci siamo conosciuti qualche anno fa ad una fiera, abbiamo subito capito il legame che si sarebbe creato dopo aver scambiato solamente qualche chiacchiera. Stesso modo di pensare, stessa lunghezza d’onda e stessi ideali di gusto, produzione e di vita. Con Paola, Leonardo e Alessandro, ci sentiamo quasi tutte le settimane, ci vediamo appena possibile ad eventi e fiere di settore, o anche proprio qui da Metodo Froma, e sono sempre bellissimi momenti di compagnia, vino e tante cose buone. Con loro ho ricordi bellissimi e tantissimi ne avrò ancora!
Poi Barbara Avellino vignaiola e persona splendida a Rovescala (Oltrepò Pavese), un’amica a cui voglio un bene pazzesco, insieme ad Enzo, suo marito, magico apicoltore, Andrea Tirelli piccolo vignaiolo a Costa Vescovato, con cui ci vediamo spesso (casa sua per me è come respirare a casa mia), Sebastiano Crivellaro, affinatore di formaggi e personaggio incredibile che ormai reputo un fratello maggiore, collaboriamo da quasi cinque anni e a luglio sono stato ospite a casa sua a Sauris, (posto incredibile, andateci!); la sua cantina bunker è, a parer mio, la culla di alcuni dei formaggi più buoni al mondo.
Insomma potrei andare avanti all’infinito, spero non si offendano coloro che non ho citato, ma staremmo qui veramente settimane; spero però con tutto il cuore di aver fatto passare questo concetto, e cioè che prima del produttore c’è la persona, che alle 5 è in vigna a sporcarsi le mani in ogni condizione meteo pensabile, o in alpeggio, a mungere, prima dell’alba, per poi regalarci prodotti unici, sinceri, genuini e ricchi di storia da poter condividere, raccontare e soprattutto degustare.
Io non capisco nulla di produzione sostenibile e vini biologici (anche perché sono astemia e nonostante questo mi vuoi bene!), ma siccome se ne parla moltissimo, volevo che tu ci dessi qualche elemento per valutare, anche da questo punto di vista, i prodotti che ci vengono offerti, senza farsi fregare dall’uso di termini ormai inflazionati e spesso svuotati di significato.
Mai avuto dubbi, ti ho sempre voluto bene nonostante questo tuo difetto, essere astemia. Insomma, mica si può vivere solo di pregi! Questo è un punto di cui mi piace sempre parlare e discutere. In questo momento credo ci sia molta confusione in tema “vini naturali”, “vini biologici” e “vini biodinamici”, molte volte ci si riempie la bocca di termini e la testa di pensieri sostanzialmente sbagliati o non del tutto corretti. Viticoltura biologica vuol dire sostenibilità al 100%, è normata da un regolamento europeo e non è altro che l’agricoltura naturale, sincera e genuina, eliminando qualunque intervento chimico in vigna e senza servirsi di alcun tipo di pesticida, insetticida o diserbante, facendo crescere quindi un’uva al 100% sana, forte e genuina per l’appunto; di conseguenza, il vino che si produrrà successivamente in cantina, sarà un vino rispettoso del terroir, dell’annata, dei profumi e dei sapori veri, sinceri e genuini! Nella mia personale ricerca e selezione prediligo esclusivamente i produttori che adottano questo tipo di criteri, rispettando la terra, l’ecosistema e la vigna, senza forzarne in alcun modo il ciclo produttivo. Il vino vero, sincero come piace sempre dire a me, naturale ed emozionante!
Se qualcuno volesse approcciarsi a questo mestiere, quali consiglio daresti per iniziare?
Questo è un lavoro bellissimo, c’è sempre, ogni giorno, qualcosa di nuovo da imparare, da apprendere, studiare e scoprire! A chiunque volesse approcciarsi a questo settore, posso solo dire che gli ingredienti per farlo bene, divertirsi ed emozionarsi sono veramente pochi, ma importantissimi: passione, amore, curiosità e spirito di sacrificio. Viaggiate, viaggiate appena avete tempo, visitate produttori, pastori, casari, norcini, a loro fa sempre piacere avere gente intorno pronta ad ascoltare le loro storie, le loro motivazioni e le loro filosofie, magari davanti ad un bel bicchiere di vino, qualche michetta di pane e del buon salame. Sono momenti, che credetemi, scaldano il cuore.
Sempre viva le storie! Io ti ringrazio, soprattutto dell’entusiasmo che di questi tempi fa sempre piacere ritrovare, e ti chiedo di salutarci facendomi un regalino: se dovessi immaginare un tagliere virtuale per Controra e un abbinamento a un vino o un olio speciale, cosa sceglieresti?
Ecco qui il Tagliere di Controra:
Capocollo di Nero Dei Nebrodi di Fattoria Borrello (Presidio Slow Food), caro amico di famiglia e produttore vero
Salame di Varzi DOP degli amiconi di Salumificio Artigianale Thogan Porri
Prosciutto crudo Toscano di Casa Porciatti, persone magnifiche
Caciotta a Latte crudo vaccino di pascolo di un super produttore e caro amico: Luca Sala, allevatore dei suoi animali, cuoco del suo ristorante, coltivatore delle sue terre e casaro del suo caseificio nell’Azienda Agricola Cascina Selva a Ozzero (MI)
Stracchino all’antica delle Valli Orobie (Presidio Slow Food) di Azienda Agricola Locatelli a Regetto di Vedeseta, fantastici
Erborinato 100% latte caprino di alto pascolo, di Sebastiano Crivellaro, persona meravigliosa, e affinatore straordinario, abbinato a qualche goccia di Olio Extravergine di Oliva Al Mandarino di una piccola azienda a me cara e a cui voglio un bene veramente infinito “Frantoio Marina Colonna” a San Martino in Pensilis (CB), persone stupende, con cui collaboro ormai da tre anni, legati ormai da una meravigliosa e indissolubile amicizia
Il tutto abbinato al grande “Langhe Nebbiolo” 2022 della famiglia Cogno (Cascina Gavetta, a Novello (CN)) super amici e produttori di vini pazzeschi, che incarnano a pieno la tradizione delle Langhe, identificativi e buonissimi! Menzione particolare anche per la loro “Vigna Beimonda”, 100% Nascetta, vitigno meraviglioso e da loro magicamente coltivato ed interpretato.
Sono veramente grato a te Stefania per avermi invitato qui, hai [altri complimenti cancellati ] e poi sei una bellissima e bravissima padrona di casa! (e niente, sarà ubriaco 😅) Per me è stato un grande onore poter raccontare un po’ di quello che è Metodo Froma, il mio primo figlio. Vi aspetto in bottega, un bacio a tutti!
(Aggiungo che Matteo sta aprendo un nuovo locale stupendissimo a due passi dalla Piazza Ducale, quindi perfetto per abbinare passeggiata e ristoro, semmai ci vediamo lì e quel tagliere ce lo mangiamo insieme).
Cose da cliccare, guardare, gustare, salvare (dopo essersi asciugati il filo di bava da fame nera che penso sarà venuto anche a te)
📚 Letture
È difficile descrivere Diluvio, il libro che sto leggendo da qualche settimana (più di mille e trecento pagine) e che, a dispetto della mole importante, scorre veloce perché, come ti dicevo prima, ti avvince con la netta sensazione che stia parlando proprio di te, adesso. Lo strumento narrativo scelto per farlo è un insieme di realismo e finzione assolutamente plausibile, anche perché ormai la finzione non sappiamo più bene cosa sia. Nel libro, il punto di non ritorno non è più uno spauracchio vago e lontano ma è stato superato e gli effetti devastanti del cambiamento climatico si manifestano in modi terrificanti e sempre più violenti. Tra finti articoli del NYT, notizie di fenomeni meteorologici estremi che vai a controllare se siano avvenuti o meno, e politici noti e inventati (con quelli inventati più veri dei veri), ti ritrovi a leggere una storia mastodontica che parla di ecoterroristi, climatologi in crisi, governi allo sbando e un pianeta da salvare. Non so come finirà, e come finiremo noi. Ti aggiorno.
📺 Schermi
A proposito di distopie e di cattivi, The man in the High Castle è la serie da recuperare o rivedere oggi, senza se e senza ma; tratta dal romanzo di Pihilp K. Dick La svastica sul sole, è una distopia ucronica curatissima e agghiacciante che immagina un mondo in cui la Seconda Guerra Mondiale è stata vinta da Giappone e Germania che governano il territorio smembrato degli ex Stati Uniti. Te la consiglio anche per ribadire quanto una certa, grande letteratura sia capace di immaginare l’inimmaginabile e magari prevedere il futuro.
Torniamo a una delle cattive di prima. Ti sei mai chiesta cosa faceva Annie Wilks prima di rompere ossa altrui e collezionare animaletti di ceramica? Io l’ho scoperto grazie a Castle Rock, una delle serie più belle degli ultimi anni che ho guardato su PrimeVideo (sono scaduti i diritti e non so dove sia possibile vederla, ma tu intanto segnatela, magari riciccia fuori). Castel Rock compare per la prima volta nel 1979, e in tutti questi anni noi Fedeli Lettori abbiamo sempre voluto saperne di più. Ci accontenta questa serie piena di easter egg, rimandi e citazioni dell’universo di Stephen King. La produzione di J.J. Abrams regala atmosfere e narrazioni che confezionano riccamente le sensazioni angosciose di un mondo in cui il Male è dietro ogni angolo. Nella seconda stagione, si scoprono le origini dell’infermiera Annie (c’è da impazzire di gioia da nerd, occhio a ogni singolo fotogramma!).
Podcast 🎙
A proposito di angoli oscuri, ti consiglio il podcast indie di Francesca Abruzzese Di uomini e di mostri: ascolterai la storia di un detective anfibio e di un “mondo sommerso fatto di gente strana”. Originale, intrigante e diverso dai soliti ascolti. Anche in questo caso, usciamo un po’ fuori dalla nostra bolla e dalla zone di comfort di prodotti ormai spesso tutti uguali.
E siamo ai link:
hai presente i matti di cui sopra? sono ridicoli, ma ricordiamoci che forse hanno un piano terrificante
e no, non riguarda quello su cui hanno finto per anni
io so cosa mettere nello zaino in caso di disastro ambientale perché ho un Master in post-apocalittico, tu puoi scoprirlo qui
gli incendi in California, trasformati
AAA, cercasi giornalisti così per raccontare quello sta succedendo (❤)
una buona notizia, per non deprimerci troppo: sta per uscire un album-anniversario per i 40 anni di Private Dancer, e durante la lavorazione hanno scoperto questa. Tina, ci manchi!
Infine: avrei il consueto screenshot, ma tempi eccezionali richiedono strappi alla regola, e quindi te ne metto due. Perché ci sono gli avvertimenti, ma c’è anche modo e modo di reagire:
Grazie John e a grazie a te del tuo tempo, noi ci rileggiamo nella prossima Stanza degli ospiti (stavolta ho moltissima ansia da prestazione, e capirai perché).
















Sempre grazie per la ricchezza che si respira qui dentro.
Ma devo vedere subito Castle Rock! Non so come ho fatto a perdermela.
Trovare qualcuno che cita “The newsroom” mi emoziona! Poi lì c’è il buono più buono di tutti nel mondo del cinema che è Dev Patel 🥹
Grazie per questa lettera lunghissima e densa.
Ha fatto male, ha fatto bene.
✨